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Allevamenti intensivi e allevamenti al pascolo: una differenza di importanza vitale!

Allevamenti intensivi e allevamenti al pascolo: una differenza di importanza vitale!

Carne biologica, biodinamica, da allevamenti al pascolo, senza antibiotici negli ultimi mesi, da agricoltura convenzionale, da allevamenti intensivi oppure grass fed e poi ancora magra, grassa, rosso chiara, rosso scura, frollata e dry-aged argentina, danese, italiana!

Come districarsi tra tutte queste denominazioni, certificazioni e descrizioni? Evocano sentimenti e pensieri contradditori; spaventano, rassicurano, incuriosiscono, indignano e affascinano il consumatore.

È un panorama complesso, variegato che da lavoro a molte persone, che può migliorare una terra o distruggerla, che seduce perché evoca animali speciali, allevati con massaggi e musica, e tecniche di lavorazione moderne e speciali che rendono il macellaio un specie di mago. E sicuramente un bravo macellaio fa la differenza. Tagliare la carne a modo, conoscere le caratteristiche delle varie parti del bovino, capire la differenza fra un vitellone, una manza, una scottona, un vitello da latte vero da uno che beve latte artificiale, saper lavorare una meravigliosa vacca adulta richiede maestria, conoscenze e passione.

Ma ciò che fa la vera differenza nella qualità della carne bovina è il metodo con cui sono allevati. La macro-distinzione da fare e quella tra gli allevamenti intensivi e gli allevamenti al pascolo.

L’allevamento intensivo prevede la conduzione dei bovini nei feed lot e in stalla. Gli animali crescono uno vicino all’altro, con scarse possibilità di muoversi, in strutture chiuse o semi-chiuse, che possono accogliere un grande numero di capi. Vengono nutriti con una miscela composta da fieni triturati e mangimi (unifeed) e con insilati.
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Sono costantemente monitorati riguardo al loro stato di salute e si fa uso di antiparassitari e antibiotici in maniera generalizzata, per prevenire e curare eventuali malattie. Sono macellati di solito entro i 15/18 mesi di età.

Gli allevamenti intensivi convogliano i liquami degli animali in grandi vasconi di cemento. L’odore è forte e pungente e l’aria ne è appestata. I liquami vengono utilizzati per concimare i terreni secondo norme precise. Le acque piovane dilavano i terreni e contribuiscono ad inquinare le falde acquifere.

I bovini mangiano grandi quantità di granaglie coltivate su terre fertili, come la soia, che viaggiano da una parte all’altra del globo per raggiungere la destinazione finale. La produzione di gas serra è concentrata in stalla ed amplificata dai trasporti di mangimi.

Ci sono anche allevamenti intensivi certificati biologici. In questo caso si deve rispettare uno spazio maggiore tra i capi e i mangimi devono essere certificati BIO. L’utilizzo degli antibiotici è ammesso ma il tempo di carenza è doppio rispetto ai bovini allevati nell’agricoltura convenzionale. L’Unione Europea sta promuovendo una legislazione più severa riguardo all’utilizzo di antibiotici per evitare il grave problema dell’antibiotico resistenza. Si cerca anche di obbligare ad isolare i capi malati e a trattare solo quelli.

Gli allevamenti al pascolo possono essere sia convenzionali, che biologici e biodinamici. Gli animali vivono in mandrie composte da un certo numero di fattrici. La rimonta è naturale: il toro vive con le femmine tutto l’anno oppure un certo numero di mesi. I vitelli nascono al pascolo e vengono lasciati con le madri fino a sei mesi; a seconda della stagione e dell’organizzazione aziendale, mangiano fieni, erba e foglie che trovano al pascolo ed erba falciata e portata sui campi.
agricola- boccea agricoltura- bio roma allevamenti bovini bioNegli allevamenti convenzionali e BIO che fanno solo la linea vacca vitello, di solito i vitelli sono svezzati a sei mesi e venduti alle aziende che si occupano di ingrassarli per la vendita.

Nei veri allevamenti al pascolo i bovini restano in azienda per tutto il ciclo della loro vita. I vitelli sono sempre svezzati intorno ai sei mesi.  Se volete conoscere le regole che ci siamo dati per il loro allevamento e il loro benessere cliccate qui.

Il toro e le vacche vivono insieme tutto l’anno e mangiano esclusivamente fieni e erba. I capi svezzati rimangono chiusi per circa un mese per abituarli all’uomo e vengono alimentati con i nostri fieni aziendali e con una piccola quantità di mangime che chiamiamo di cortesia. I vitelli sono ghiotti di granaglie schiacciate. Per loro è come un dolcetto e apprezzano molto il mandriano che glielo porta. La quantità è minima, solo il 5% della razione.

Dividiamo i maschi dalle femmine e poi i due gruppi raggiungono i pascoli designati. Nella stagione dell’erba (primavera e parte dell’autunno) mangiano quello che la natura da loro.

I nostri pascoli sono gestiti, mai sovra-pascolati perché vogliamo che l’erba sia abbondante e spostiamo il nostro bestiame da un appezzamento all’altro. Quando manca il pascolo perché è arrivata l’estate oppure l’inverno ricevono erba falciata fresca oppure fieno e in questo caso diamo loro anche un po’ di granaglie (5%della loro alimentazione) soprattutto quando il fieno a causa della stagione non è di gran qualità.
agricola- boccea -agricoltura bio roma allevamenti bovini bioPassano gli ultimi 2/4 mesi in una struttura aperta con ampio spazio e lettiera di paglia  dove ingrassano sempre con fieni aziendali e granaglie schiacciate mai oltre 15%. Vengono macellati intorno ai 24/26 mesi.

Questo sistema ci permette di utilizzare anche i terreni più marginali inadatti alle coltivazioni dei cereali per uso umano. Ci permette di mantenere zone che altrimenti resterebbero incolte. Il rapporto tra emissioni di gas serra e assorbimento è negativo in quanto la ricrescita dell’erba consuma più CO2 di quanto un bovino ne possa emettere. Questo è possibile solo se si rispetta una attenta rotazione dei pascoli. Pensate a quante zone collinari e montane del nostro meraviglioso paese sono state abbandonate. Potrebbero diventare una fonte di lavoro e di cibo sano per tante persone.

L’allevamento al pascolo che rispetta una presenza di bovini per ettaro di circa uno o due capi, a seconda delle situazioni, permette di rispettare l’equilibrio ecologico dei nostri ecosistemi, garantisce il benessere animale perché rispetta la loro etologia di erbivori ruminanti.

Solo i bovini hanno la capacità di trasformare le fibre vegetali dell’erba e delle foglie in proteine nobili. Sono un vero è proprio laboratorio naturale che fornisce sostanze preziose a noi mono-gastrici.

Il mantenimento delle praterie tramite l’allevamento brado ben gestito, incrementa la biodiversità, previene le erosioni dei suoli, aumenta la fertilità dei terreni e riduce la produzione di gas serra .

 Spesso ci chiedono: come si fa ad amare gli animali e poi mangiarli?

Proviamo a pensare di non essere noi umani così speciali, unici e superiori a tutto. Cerchiamo di vederci inseriti in sistema naturale in cui tutto è connesso. Sentiamoci parte del ciclo della vita. Osserviamo la natura, guardiamo consapevolmente le interazioni tra i diversi essere viventi. Pratichiamo l’umiltà di utilizzare la scienza per conoscere e collaborare. Lavorare in sincronia con il mondo della natura non per stravolgerlo.

Noi siamo animali; siamo differenti dagli altri, siamo superiori? Dipende da che punto di vista guardiamo le nostre azioni e i risultati che ne conseguono.

Ringrazio sempre quello che ci danno i nostri animali.

Ho compassione e gratitudine nei loro confronti. Ma sono un animale della specie uomo e faccio parte di un’ecosistema.

Ogni ecosistema è diverso e va compreso, studiato e noi siamo chiamati a rispettarlo e a utilizzare ciò che ci offre con l’umana gratitudine di cui siamo capaci.

Anna Federici

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